Una tristezza profonda che accade in un momento che dovrebbe essere di felicità assoluta. La gioia nasconde un’ombra che rende difficile iniziare questo nuovo capitolo: a essere nato non è solo un bambino, ma una donna che diventa mamma.
Perché? Le cause possono essere diverse e riguardare molti aspetti della vita. Quando la tristezza diventa patologica è importante non sottovalutare i sintomi, tenendo conto che esistono diversi livelli di gravità.
Il momento in cui si diventa genitori ha l’impatto di un cambiamento sconvolgente: umore instabile, confusione, pianto irrefrenabile, stanchezza, malinconia e ansia costituiscono sintomi frequenti.
Il passo fondamentale è capire quando queste difficoltà possono diventare un ostacolo che non ci permette di vivere con pienezza la scoperta di questo nuovo periodo.
Ecco perché osservare sé stessi e chi amiamo rappresenta la prima regola utile per intuire se qualcosa non va e correre ai ripari.
Di cosa parliamo in questo post
#1 Come ti senti?
A soffrire di depressione post partum è un numero di donne più alto di ciò che crediamo. Non sempre la tristezza diventa patologica, tuttavia la sensazione di una malinconia accentuata insieme alla tendenza al pianto sono sintomi frequenti.
Non pensare di essere strana: è normale sentirti sconvolta e confusa. Il parto e la nascita di un figlio costituiscono un evento di portata incredibile.
È ovvio osservare se il neonato sta bene, ma al tempo stesso non dimentichiamo di fare questa domanda a sé stesse (e alle altre mamme!).
Iniziare a parlare delle proprie emozioni, anche quando si tratta di inquietudine e paura, fa bene all’anima.
#2 Tieni un diario
Scrivere è terapeutico perché aiuta a mettere nero su bianco ciò che proviamo.
Inoltre, ha un effetto ulteriore: facendo chiarezza mettiamo ordine fra i pensieri e acquistiamo lucidità ridimensionando le nostre paure.
Scrivere un diario di questo periodo così speciale non solo sarà un ricordo bellissimo, ma può costituire uno stimolo positivo.
A distanza di tempo potrai rivedere il tuo percorso di madre e osservare quanti ostacoli e paure hai superato, consapevole che anche tu cresci giorno dopo giorno.
#3 Muoviti
Fare attività fisica rappresenta una medicina naturale contro i sintomi depressivi, ansia e inquietudine.
Cogli l’occasione per uscire a fare una passeggiata: fa bene al piccolo e a te. Un’indagine condotta (dalla ricercatrice Celia Alvarez-Bueno) presso l’università spagnola di Castiglia-La Mancha ha coinvolto 932 donne analizzando le abitudini fitness in relazione alla gravidanza.
Rispetto a chi non svolge alcuna attività fisica, le mamme attive presentano punteggi più bassi per quanto riguarda depressione post partum e baby blues.
Dalle camminate con il passeggino allo yoga, una nuotata in piscina o le sedute di Pilates, muoversi fa bene al corpo e alla mente.
#4 Parlane
Non sei la sola a provare paura, ecco la prima consapevolezza preziosa di cui fare tesoro.
Essere colte dal panico riguarda la preoccupazione e il senso di responsabilità verso una nuova vita: ti stai chiedendo se ce la puoi fare, se sarai capace o abbastanza brava e sono tanti i dubbi che affollano la tua mente.
Sappi che altre persone si sono poste domande identiche.
Amiche che hanno già avuto figli, nonne, mamme, vicine di letto o compagne di corso: inizia a guardarle come alleate, fai domande, chiedi come si sono sentite.
Scoprirai un territorio comune da cui partire.
#5 Esci
Il sole stimola la vitamina D e combatte la depressione, lo sapevi?
Uscire all’aria aperta non solo rafforza le difese immunitarie di adulti e bambini, ma rappresenta un aiuto per il benessere mentale.
A piedi o in bicicletta, muoversi, respirare a pieni polmoni e assorbire la luce del giorno è un piccolo passo positivo per sé, favorisce la calma e stimola la produzione di endorfine.
#6 Inizia a chiedere
Mamme, suocere e amiche vogliono rendersi utili?
Il modo migliore per farlo non è prendere in braccio il neonato, ma aiutare la mamma con un gesto concreto.
Tempo per fare una doccia, oppure un pasto caldo pronto per tutta la famiglia, i piatti da lavare, il bucato da stendere: ricorda che il modo migliore per essere aiutati… è iniziare a chiedere, con onesta sincerità e un sorriso, perché non c’è nulla di sbagliato.
Ogni mamma è stanca e ha bisogno di una mano.
#7 Contatto di pelle
L’attaccamento costituisce una componente fondamentale per la relazione fra madre e figlio.
Non sentirti in colpa e non accettare critiche: prenditi tutto il tempo che vuoi per stare insieme al piccolo, sentire la sua vicinanza.
Il vostro rapporto si costruirà così, in una vicinanza calda e intima, a piccoli passi attraverso i gesti, lo sguardo, l’odore della pelle.
Avete bisogno di serenità e calma per conoscervi: non permettere a nessuno di farti fretta.
#8 Un aiuto esterno
Quando la qualità della vita è minata nel profondo significa che la situazione è già da tempo problematica, ecco perché è importante evitare di sottovalutare i segnali.
Non serve un attacco di panico per accorgersi che c’è bisogno di un intervento più deciso: parlare con un esperto non deve essere visto come il rimedio estremo di una situazione inaffrontabile, bensì come la scoperta di una possibilità che può renderti più consapevole, forte e sicura di te.
Non vergognarti di parlare delle tue difficoltà: chi sa mettersi in discussione è in grado di scoprire nuove risorse perché è pronto a vedere i propri limiti, esplorare le paure e le aspettative, esplorare sé stesso.