L’adolescenza è un periodo complesso che, secondo le stime degli esperti, tende a occupare un arco della nostra vita più ampio rispetto al passato.
Come suggeriscono i risultati di uno studio effettuato da un team di ricerca presso il Royal Children’s Hospital, in collaborazione con l’Università di Melbourne, Australia, il periodo dell‘adolescenza sembra estendersi dai 10 anni circa fino ai 24.
L’ingresso nella vita adulta è collegato a una questione fisico-biologica, ma al tempo stesso appare associato a fattori culturali e sociali.
In questo periodo, all’estrema vulnerabilità, si aggiunge la difficoltà nella definizione della propria identità, la ricerca di un lavoro e della vocazione: i sogni e gli ideali si scontrano con la realtà, il bisogno di libertà fa a pugni con le regole imposte dalla famiglia e spesso ciò che gli adulti non vedono è il disagio profondo vissuto dai più giovani.
Quali sono i segnali in grado di raccontare l’emergere di un sintomo legato alla depressione? Ecco 5 sintomi da non sottovalutare.
Di cosa parliamo in questo post
1. Quando la mancanza di voglia diventa apatia
“Non ne ho voglia” può diventare un ritornello molto frequente quando in casa c’è un adolescente.
Che cosa significa non avere mai voglia di fare nulla?
Innanzitutto, bisogna dire che un conto è la noia passeggera o il senso di irrequietezza e mancanza, che possono farsi sentire in questo periodo, un altro è un’arrendevolezza generalizzata, presente su tutti i fronti e protratta per un lungo periodo.
Quando un adolescente non esce mai fuori dalla cameretta e tende a rinchiudersi in un mondo a sé, isolato, privo di contatti e di interessi o hobby, è il momento di fare attenzione… e parlarne insieme.
2. La presenza degli amici
Spesso alcuni dei grandi litigi familiari durante l’adolescenza divampano a causa delle amicizie.
Sì, perché rispetto all’infanzia, quando i genitori e la famiglia si trovano al centro della scena, durante l’adolescenza la voglia di creare e rapportarsi secondo nuovi parametri passa attraverso tutto ciò che è esterno alla famiglia, primi fra tutti gli amici.
Osservare gli amici dei propri figli e, anziché bandirli, invitarli dando loro l’opportunità di far parte della cerchia di persone che gravitano intorno a casa permette di conoscere meglio chi fa parte della vita di un figlio.
Attenzione ai casi in cui un adolescente ha come unica compagnia contatti virtuali o stenta a farsi amicizie sue: l’incapacità di creare e coltivare rapporti interpersonali costruttivi può costituire un sintomo di depressione e un disagio da approfondire.
3. La rabbia
Entrare nella vita adulta non sempre è facile, anzi talvolta, anche per troppo amore, il legame fra genitori e figli può essere così forte che il processo di disidentificazione rischia di diventare un doloroso strappo.
Eppure, allontanarsi per un attimo è necessario per capire chi siamo veramente, che cosa vogliamo dalla nostra vita: diventare adulti significa iniziare a prendersi la responsabilità della propria esistenza, un processo complesso.
È importante sapere che emozioni vissute negativamente, quale la rabbia, possono far parte di questo periodo: fondamentale è imparare a distinguere ciò che è un movimento che va verso la ricerca della propria strada, autonomia e libertà, da ciò che, invece, indica una tendenza distruttiva verso sé stessi.
Per farlo essenziale è la presenza di un dialogo costruttivo, da impostare giorno dopo giorno.
4. Parliamo?
È impossibile creare un buon dialogo imponendo ai figli il fatto di parlare o non avere segreti. Rispetto a un bambino, un adolescente non si accontenta di una spiegazione semplicistica del tipo: “si fa così perché è meglio per te e lo dico io”.
Accettare i momenti di silenzio, trovare un’attività da fare insieme, mettersi noi per primi in discussione costituiscono tre ingredienti fondamentali per coltivare un rapporto positivo di scambio e confronto.
Per esempio, fare uno sport è un’ottima idea per una vita più attiva e, allo stesso tempo, come occasione per passare tempo fuori casa in un contesto costruttivo.
Inoltre, può diventare un pilastro in mezzo a un periodo di burrasca, favorendo una passione comune e i momenti insieme.
5. Se la tristezza diventa patologica
Per definire una depressione non basta un semplice momento negativo. A tutti può capitare un periodo no.
Un adolescente deve confrontarsi con la scuola, dove spesso può capitare di sentirsi giudicati e non compresi nella propria vera natura; inoltre, durante l’adolescenza iniziano i primi amori: è l’epoca delle grandi passioni, qualche volta non corrisposte.
Non c’è da stupirsi se le esperienze difficili a scuola e a casa, il dolore di questi primi amori, il disagio di un corpo che cambia così prepotentemente possano creare alti e bassi nell’umore.
Tuttavia, i sintomi di depressione parlano di difficoltà molte profonde che perdurano nel tempo: perdita di interessi, agitazione e insonnia, o viceversa isolamento e incapacità a uscire dal proprio guscio, disturbi alimentari, mancanza di entusiasmo, stati di debolezza e intenso affaticamento, insieme a tristezza, malinconia e pianti frequenti possono essere la spia di un disagio.
In casi come questi accorgersi dello stato fisico e psicologico di un figlio è il primo passo per uscire allo scoperto e affrontare il cambiamento a partire da una maggior consapevolezza nelle proprie emozioni.