Calci, spintoni, ma anche parole perché ciò che diciamo può diventare una vera e propria arma. Bullismo e cyberbullismo sono, tristemente, una realtà di cui si parla sempre più spesso.
In base ai dati del Rapporto Censis 2016 il 53,3% di ragazzi fra 11 e 13 anni ha subito comportamenti violenti o offensivi da parte dei coetanei, percentuale pari al 52,7% nell’età fra 11 e 17 anni, e al 55,6% se consideriamo bambine e adolescenti femmine.
Come spiegano i numeri diffusi dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza, a subire il cyberbullismo è 1 adolescente su 10 fra 11 e i 13 anni d‘età; la percentuale è dell’8,5% nel caso di ragazzi più grandi, fra 14 e 19 anni.
L’atmosfera in cui riesce a proliferare un fenomeno come il bullismo? Il silenzio.
Sì, perché la reazione istintiva dei più giovani, bambini soprattutto, è legata a paura, vergogna e senso di colpa.
Ecco perché la prima cura è parlare di più: far conoscere, condividere. Sapere che non siamo da soli.
Di cosa parliamo in questo post
1. Ti è capitato di vedere una situazione sospetta a scuola?
Parlane con un adulto in grado di aiutarti. Segnalare i casi di bullismo parte dalla consapevolezza del proprio ruolo: ognuno è in grado di contribuire e aiutare chi si trova in difficoltà.
Per gli adulti: attenzione alla disponibilità all’ascolto; spesso non ascoltiamo realmente e ci lasciamo prendere da giudizi facili senza andare a fondo nelle situazioni.
2. La violenza non è una soluzione
Venire alle mani durante un litigio rischia di esasperare la situazione e incorrere inutilmente in una punizione. La strategia è proprio in direzione contraria: evita di cedere alle provocazioni.
3. Sei una vittima di bullismo o cyberbullismo?
Parla con una persona che ritieni di fiducia: un insegnante, i genitori, un amico. Spesso può capitare di sentirsi senza difese, in colpa e incapaci di reagire: sappi che momenti di difficoltà come questo sono capitati a tutti.
Ma reagire è ciò che ti farà diventare più adulto perché ti insegna a mettere i limiti necessari per salvaguardare la tua persona.
4. Sotto la luce del sole: proprio così
Evita i luoghi nascosti e punta su ambienti pubblici in cui siano presenti altre persone, o nel caso dell’intervallo a scuola, il cortile o un punto vicino agli insegnanti.
Evitare di trovarsi da soli con il bullo è una strategia che a medio termine può essere utile.
Stessa cosa riguarda il percorso casa-scuola o l’autobus: chiedi a un amico di accompagnarti o fai in modo di stare vicino ad altre persone.
5. La forza del gruppo
Il bullo spesso non si muove da solo, bensì agisce forte del sostegno altrui. Succede perché in gruppo è facile sentirsi forti.
Viceversa, quando ci sentiamo soli e disperati reagire diventa più difficile.
Ecco perché per uscire dal bullismo è necessario utilizzare la strategia opposta: parla, denuncia, diffondi senza vergogna che cosa sta succedendo a te o all’amico.
La paura si combatte senza arrendersi a stare zitti.
6. Stai vedendo fotografie o video offensivi o lesivi della dignità?
Con tutta probabilità sei di fronte a un caso di cyberbullismo: evita di contribuire alla loro diffusione e provvedi a segnalare alle autorità contattando il sito o la piattaforma social a cui appartengono.
7. Internet può costituire uno strumento straordinario…
… Quando sappiamo come utilizzarlo in maniera consapevole.
Online sono presenti numerose associazioni in grado di aiutare chi è colpito da bullismo e cyberbullismo. Parlare con il proprio medico di base o un professionista di riferimento, quale lo psicologo, è utile.
Le vittime di bullismo e cyberbullismo hanno bisogno di essere ascoltate: è importante sapere che non siamo soli.
8. Prendi nota
Scrivere un diario con appunti, date e riferimenti a persone, così come gli episodi e le emozioni vissute, ha un doppio effetto. Aiuta a scaricare la tensione e avere un quadro più lucido della situazione.
Inoltre, rappresenta una testimonianza capace di contribuire a risolvere il problema perché permette a chi ci vuole bene di comprendere che cosa stiamo realmente vivendo.
9. I no sono importanti
Lo sanno bene genitori e pediatri alle prese con la crescita dei più piccoli: con il no si insegna, e si impara, a mettere limiti, avere fermezza, sapere che non tutto è possibile.
Il problema è che spesso, soprattutto in situazioni di paura o quando ci troviamo in svantaggio, non è facile essere autorevoli: è un’arte che va appresa. Ecco perché consultare uno psicologo o intraprendere un percorso con uno specialista rappresenta una strategia che a lungo termine può dare frutti importanti.
Significa diventare più consapevoli di sé, smettere di avere paura e imparare a sapere che possiamo farcela.
10. Conosci una vittima di bullismo o cyberbullismo?
Mandale un messaggio, siediti al suo fianco: non aver paura di far sapere che ci sei.
Dare il proprio sostegno significa far sapere all’altro che non è solo. L’unione fa la forza.